Organizzato in tre capitoli, Il catalogo de "La pertinenza del blu" esplora i tre momenti del blu, ovvero contraddizione, regressione e cura.
Contraddizione, il primo capitolo, è di Francesca Calzà, curatrice trentina, che si è focalizzata sulla natura oscuramente contraddittoria del blu, fatta di potere contemplativo e pulsioni primordiali. Calzà ha evidenziato come la capacità di questocolore di contenere opposti concettuali senza dare luogo a contrasto, generi uno stato di compresenza psichica, il cui dinamismo risulta imponderabile, ma inesorabile. Le possibilità insite in questa contraddizione sono accessibili solo per fede. Le opere incluse in questo primo capitolo esplorano abissi, istinti, spiritualità, trascendenza e trasformazione.
Regressione è il capitolo introdotto da Lucrezia Caliani, curatrice toscana, che ha invece campionato le opere d’arte in base al senso di inafferrabilità veicolato dal colore blu, mistero che si riverbera nel corpo e nella mente umana attraverso le esperienze di vuoto, desiderio, confine e sospensione, regressione talassale, estasi ed
orgasmo, che non sono altro che delle brevissime e intense repliche di quello che fu il nostro sentire durante la vita nel tutto. Le memorie della vita prenatale sono sì archiviate in luoghi inaccessibili della nostra mente, ma anche profondamente incorporate nel nostro sistema nervoso, e quindi riproducibili attraverso la stimolazione dei sensi.
Nel terzo e ultimo capitolo, curato da Chiara Scolastica Mosciatti, il blu diventa tratto di unione di una contemporaneità le cui emergenze e rivoluzioni plasmano la psiche dell’artista e il suo modo di operare, nel proprio studio così come nella società. Il blu, letterale o astratto, è segno diasporico di una militanza, di una denuncia, di un trauma individuale e collettivo, della storia lontana dai riflettori e dal nostro sapere, ma capace di devastare in un attimo il nostro presente. Infine, questo stesso blu, diventa anche consolazione e cura, manto morbido da accarezzare e bagliore elettrico di poesia, ultimo dispositivo umano di serenità.
Fra tutte scegliamo la meravigliosa fotografia di Weronika Sieradska "The Silence" che sovrapponendo diversi paesaggi minimali mette in evidenza l'ambiguità del blu profondo, fatale portatore di calma e minaccia.