I Viaggiatori: Nelson Carrilho in Calabria è un progetto di arte pubblica concepito da Chiara Scolastica Mosciatti e ispirato alle opere di Nelson Carrilho. Avviato nel 2019, il progetto si propone di creare un dialogo tra le suggestive sculture in bronzo di Carrilho e i vari fenomeni diasporici che caratterizzano attualmente la regione calabrese: dall’abbandono di massa dei nativi all’immigrazione di lavoratori africani, al flusso di rifugiati e richiedenti asilo. Ancora, si esplorano le ricche tradizioni archeologiche e antropologiche della regione, come la presenza storica degli ebrei e i pellegrinaggi presso Riace durante l’equinozio d’autunno.
L’obiettivo principale è quello di unire un’estetica evocativa a una consapevolezza politica, affinché i simboli e le narrazioni tradizionali calabresi possano fungere da chiave di lettura per comprendere i fenomeni contemporanei legati ai movimenti di massa. Le località selezionate per le installazioni sono state scelte con attenzione, poiché sono significative per la presenza o l’inclusione dei lavoratori migranti o dei richiedenti asilo, e presentano una forte connessione con il mare o sono fondamentali per le infrastrutture artistiche locali.
Inoltre, il progetto mira a superare la dicotomia tra il concetto di “migrante” e “viaggiatore”, ponendo l’accento sulla libertà di movimento come un prerequisito universale per una nuova rinascita umana.

The Other Face
Installata sulla rotonda maggiore del lungomare di San Ferdinando, costa meridionale tirrenica, la scultura è in memoria di Soumaila Sacko, lavoratore agricolo e attivista sindacale maliano assassinato a San Calogero. La scultura è stata appositamente creata per la cittadina calabrese, e dall’Aprile al Novembre 2021, è stata esposta alla Biennale di Scultura Artzuid di Amsterdam. Il 27 Gennaio 2022, nella giornata dedicata alla memoria delle vittime dell’olocausto, è stata installata a San Ferdinando. Non è la prima volta che Carrilho attira l’attenzione su un omicidio razzista con il suo lavoro: a Vondelpark la sua “Mama Baranka” ricorda il quindicenne Kerwin Duinmeijer, un ragazzo dell’isola di Curaçao accoltellato ad Amsterdam nel 1983.
