A cura di Chiara Scolastica Mosciatti
dal 13 ottobre al 20 novembre 2024
Nella medicina moderna “afasìa” è il sintomo per cui si altera, o viene meno, la capacità di elaborare e comprendere il linguaggio. La radice filosofica del termine, tuttavia, indica la rinuncia volontaria alla phasìs, ovvero all’affermazione intesa come formulazione di un giudizio,. Tale rinuncia è data dall’impossibilità dell’essere umano di comprendere le cose, sia coi sensi che con la ragione. Yael, dopo una vita come Paola Legnaro al servizio della parola scritta, realizza che è avvenuto uno sfasamento etico, morale e di senso legato al linguaggio; durante la pandemia si priva della parola, divenuta limite stesso alla poesia, e sceglie la pittura come atto di sovversione della propria esistenza. In questa serie di opere il cielo è per lei l’unica presenza-essenza che consente un affrancamento da ogni categoria contenitiva dell’immagine e del pensiero razionale. L’artista ricerca una connessione con l’energia che precede ogni forma e che nei cieli privi di struttura trova libertà. Nei quadri di Yael l’astrazione non si limita quindi ad essere uno stile, ma diviene trasmutazione della coscienza in puro spirito: l’artista non solo – o non più – rappresenta quello che sente, ma diventa ciò che crea. Durante il vernissage del 13 ottobre, come ormai da formula Duçi, Paola Yael Legnaro discuterà con Chiara Scolastica Mosciatti, curatrice della mostra “Afasìa”, che resterà in esposizione presso la galleria Duçi Contemporanea fino al 30 Novembre 2024.